miércoles, 20 de mayo de 2009

Storia del Quartiere San Lorenzo, della città di Alberti

Per Raúl Norberto Palazzo
Professore di storia, ex membro del Consiglio Provinciale di Educazione ed attuale Direttore della Scuola di Educazione Mezzo nº 2 di Alberti

La città di Alberti ebbe le sue origini in 1870 quando si stabilì nel posto Andrés Vaccarezza, immigrante genovese, arrivato all'Argentina in1848. Abile uomo d'affari installò un mulino da farina e portò alla sua proprietà a varie famiglie che saranno i primi colonizzatori. Passando la ferrovia, e stabilirsi la Stazione ALBERTI (in omaggio alla vocale della Prima Giunta di Governo, Pbro. Manuel Alberti, in giugno di 1877, Vaccarezza fece fare il piano del paese che fu datato il 27 ottobre di quell'anno, questa data fu posteriormente presa come quella di fondazione della città. A partire da lì si prodursi quello lottizzo, la radicazione di nuove famiglie. Nella prima tappa, la maggioranza della quale arrivarono furono italiani del nord e spagnoli.

L'arrivo dei calabresi si prodursi principalmente nell'ultima decade del secolo XIX e nella prima del XX. Due furono le principali origini: il ítalo-albanese e gli immigranti provenienti da San Lorenzo Bellizzi. Queste famiglie acquisirono soprattutto proprietà nei paraggi del paese che si stava formando, nella zona di quinti circostanti al villaggio del piano originale.

È cosicché in 1901 arrivò da Alberti, proveniente di San Lorenzo Bellizzi, Antonio Franceze con sua moglie Elisabetta Gallo e suo piccolo figlio Lorenzo. Qui, posteriormente nacquero i suoi figli Antonio, Francisco, Vicente, Cayetano, Ángela e Pedro. Si dedicavano a produrre fagotti di foraggio, ed arrivarono ad avere una buona situazione economica. Quella che distinse Antonio Franceze fu la sua ospitalità, la sua solidarietà per ricevere i compaesani che arrivavano.
La sua casa, dove c'era un lungo tavolo, era posto propizio per riceverli e riunirli. In questo modo arrivarono a casa sua, e dopo si stabilirono nei suoi paraggi membri delle famiglie Nicoletti, Vito, Bruno, Záccaro, Franceze, Gallo, Restieri, Di Paola, Barone, Pesce, Rímoli, Di Vincenzo, Chiararia, Palazzo, Mastrotta, Miranda, Carluccio, Mattera, Flocco, Russo, Minervini, Filardi, tra altre.

Sembrasse che la parentela col Bruno ed i Vito che a sua volta lo vincolano all'origine di molti famiglie albertinas, più una preminenza naturale che si evidenziò nei suoi propri risultati e nella stima della sua gente, furono le caratteristiche che sottolinearono il suo nome che per tutti i discendenti di quelle famiglie e di altre che stavano o si andarono radicando dopo nel Quartiere, è quello di suo riconoscente, ricordato e caro.


Matrimoni

I sanlorenzanos che arrivarono era nella sua maggioranza giovani che formeranno qui le sue nuove famiglie. Così, nei libri di Matrimoni del "Nostra Parrocchia Sig.ra del Rosario" di Alberti troviamo il matrimonio, celebrato il 19 maggio di 1901, di José Vito, di 21 anni, figlio di Pablo Vito e Juana Nicoletti, con Catalina Bruno, di 22 anni, figlia di Pedro Bruno ed Ana María Gallo, i due nati in San Lorenzo Bellizzi.
Ci sono quattro (raffigura Bruni anche) che si sposano in Alberti con sanlorenzanos: Catalina, María, Antonio e Teresa. María, di 17 anni, si sposa con Carlos Záccaro, di 24 anni, figlio di Lorenzo Záccaro e Madalena Petella, il 7 novembre di1903.
Antonio, di 22 anni si sposa il 17 di agosto di 1907, con Concezione Vitale, figlia di Severo Vitali e Dominga Fitipaldi. Testimone è Antonio Franceze.
Teresa, di 20 anni, si sposa il 6 di agosto di 1910 con Lorenzo Vincenzo, di 22 anni, figlio di Andrés Vincenzo e Rosa Massara.
C'è un altro Vito, fratello dell'anteriormente famoso, Juan di 23 anni che si sposa con Adela Bassi, di 21, il 25 novembre di1911.
Il 6 agosto di 1905 si celebrò il matrimonio di Francisco Quintieri, figlio di Vicente Quintieri e María Antonia Occhiuzzi, con María Chiararía (figlia di Pedro Chiararía con Angela Massano).
Il 6 giugno di 1914, quello di Salvatore Barone, di 26 anni, italiano, figlio di Juan Barone e María Chidíchimo, con Angela lo Abiti, di 23 anni, figlia di Antonio lo Abiti e Carolina Pucciano. Testimone è Pedro Bruno.
Il 13 settembre di 1919 si sposò Guido Mícoli di 32 anni, nato in Meretto diedi Tomba, Molise, Italia, figlio di Antonio e di Teresa Chiridini, con Carmen Di Pauli di 22 anni nata in San Lorenzo Bellizzi, figlia di Francisco e Catalina Bentemiglia.
Il 1° dicembre di 1923, si celebrò il matrimonio di Francisco Pedro Pablo Palazzo, nato in San Lorenzo Bellizzi il 29 giugno di 1895, con Rosa Chidichimo, nata in Alberti il 28 novembre di1901. (Nonni dell'autore di queste linee).
Anche, nei libri di Battesimi, troviamo i nuovi argentini, figli di immigrante sanlorenzanos: Così, il 16 dicembre di 1901 fu battezzato Antonio Franceze, figlio di Antonio Franceze e di Elisabetta Gallo. Era nato il 11 di ottobre di 1901 ed era il secondo figlio del matrimonio. Quello stesso giorno, suo papà Antonio Franceze e sua mamma, "signora Betta" uscì da padrini del piccolo Pablo Vito, figlio di José Vito e Catalina.

Integrazione con altre famiglie nel Quartiere

Come nel Quartiere non erano soli, pronto si legheranno a famiglie creolo come i Rivero, Monsalvo, Morale, Castagneti, Andrada, i ítalo-albanesi Chidíchimo, Braile, Blaiotta, Brunetti, gli italiani del nord, in questione di Udine: Quintieri, Mícoli, Ferino, Recinti e gli spagnoli come le famiglie Rodríguez.

L'identità

Le famiglie, legate per lacci di sangue, per lacci di vicinanza che perdurarono attraverso l'Atlantico, per lacci spirituali sorti della comune Fede Cristiana e manifestati nell'organizzazione di peregrinazioni a Luján, nelle protezioni, uniti alla semplicità, allegria, solidarietà ed affetto di tutti i suoi membri, fecero che il Quartiere San Lorenzo avesse presto un'identità propria, integrata al resto della comunità albertina, ma contemporaneamente caratterizzata per una vita sociale questione.

Le famiglie, la terra e le attività economiche

Nei piani di Alberti, fino a recentemente, dopo quello che è la Viale Circonvallazione e fino alle vie della Ferrovia, era "Sezione Quinti." Appena con l'apertura di alcuni strade possiamo vedere mediamente integrato al Quartiere al resto del paese.

Nell'epoca che potremmo denominare "fundacional" che abbraccia l'ultima decade del secolo XIX e le tre prime del XX, distinguiamo l'insediamento di alcuni famiglie che avevano più o meno leve estese: Rodríguez, col suo Magazzino di Rami Generali "La Buona Misura", Chidíchimo, che si dedicava anche in vendita di foraggi che aveva le quattro mele di fronte ad Uriburu tra Accordato Rivara e San Lorenzo.
Franceze che aveva un "campo", Leonardo Nicoletti, che aveva una leva di fronte alle vie, Güido Mícoli, la casa più lontana del Quartiere, unita a questo per un vicolo al che gli canta il poeta Leonardo Roque Recinti il suo poema, Ferino, Marotte, l'ultimo tratto fino al Cimitero.
Dalla decade del 30 si profilano d'ora in poi alcuni attività che ebbero il suo splendore fino a quello70. I forni di mattoni dei fratelli Ferino, di Marotte, di Gil, la fucina di Francisco Palazzo, la leva dove coltivava i suoi fiori Pagano. Un capitolo a parte per i magazzini, posti di incontro, centri di riunione: Quello di "Pi" (soprannome di Pedro Franceze). Quello posto, di fronte alla Scuola ed al Club, merita a parte un capitolo: : lì si continuò a riunire il Quartiere dopo la Casa di Antonio Franceze.
Anche i magazzini di Pesce, di Pascual Minervini, di Angioletto Barone. La Panetteria di Prato, la macelleria di Saumell. Questi ultimi già fuori del Quartiere, ma di passaggio verso lui, con la clientela fissa che passava dal centro. Molti dei vicini di San Lorenzo lavorarono nella fabbrica di Ferreyra Basso, metalúrgica che si tenne validità tra le decadi del' 50 ed il' 80. Altre fonti di entrate per le famiglie erano la vendita di marlos per le cucine o focolari, la vendita di pane casalingo o di prodotti orticoli.

Le istituzioni del Quartiere

In 1923 ottennero la fondazione della Scuola che ricevè il numero 14 ed il nome di "Bartolomé Mitre" e funzionò in parte della casa di Antonio Franceze che fosse affittata con quello fine. Fu il suo primo direttivo Felisa Breta. Per lei passarono direttori della taglia di José Rúgolo, Juan Francisco Recalde, l'ineguagliabile Haydeé Maldonado di Romano.
In 1957 si inaugurò la Cappella di Fátima, cominciata come un oratorio dal Padre Ricardo Wolter, e concluída anni dopo, 83 -84, per il Padre Dante Iorio. In 1965 si fondò il Giardino di Infanti grazie all'iniziativa di quella fervente lottatrice che fu Haydeé Maldonado di Romano.
Fu il primo giardino di infanti di Alberti, dopo quando si realizzò il "trasloco" verso il centro, per formare il giardino N° 901, tornò a creare, questa volta col numero4. Ricordiamo tutti il primitivo Giardino prefabbricato che si incendiasse dopo anni che fu rimpiazzato per l'attuale edificio.
Il Club San Lorenzo, istituzione sociale e sportiva che distingue al Quartiere, cominciò a funzionare nella decade di1970. L'origine ha a che vedere col gruppo di giovani che giocava a calcio, diretto per i fratelli Pedro, Guglielmo e Felipe Rivero, e che dovettero lasciare il posto della Fiera dove praticavano il suo sport preferito.
Il 18 aprile di 1971 nel sentiero di quello che era stato la casa di Francese, allora proprietà di Fiumi, in una chiacchierata di amici sorse l'idea da fondare il Club. Pronto incominciarono le tratativas col signore Marcos Castañares, per comprare il terreno della sua proprietà per costruire la sede della nuova istituzione.
Si fece una colletta per unire i cento mille pesi moneta nazionale, o mille Legge18.188, ed il 9 di Julio di 1971 si impiegò la pietra fondamentale che fu benedetta dal Curato Párroco, Presbítero Dante Iorio, essendo padrini della nuova istituzione la direttrice della Scuola Nº 14, Sig.ra Haydeé Maldonado di Romano ed il Sig. Pedro Rivero.
La prima commissione direttiva fu integrata della seguente forma:
Presidente: Dimenticanza Delio Marotte, Vicepresidente: Roberto J. Ferino, Segretario: Angelo Rivero, prosecretario: Antonio Barone, Tesoriere: Tomás A. Chidíchimo, protesorero: Horacio Ferino, Vocates titolari: Luis Monsalvo, Juan Almirón, Héctor Díaz, Omar Castañares, Norberto Monsalvo, Antonio Marchisio, Vocali Supplente: Juan Castañares, Juan C. Marchisio, José Fúrfaro, Héctor Castro, Juan C. Flores, Pedro Rodríguez, revisori di conto titolari : Oscar C. Marotte, Ovidio Rodríguez, Roberto Barone, Supplentes: Roberto Sceuza, Juan Morales y Héctor Barraza. In settembre di quell'anno si scottò una hornalla di mattoni destinata alla costruzione della Sede Sociale che fu alzata col lavoro di soci, vicini e simpatizzante del Club.

Speciale riconoscimento merita "Antón" Baré, nome artistico del vicino del Barrio Antonio Barone chi incoraggiò i balli con l'allegria del suo canto interpretando cumbias durante lunghi anni, con la musica dell'insieme "Los Becuadros."
Un altro vicino del Quartiere distaccato fu Alfredo Quintieri chi si sdebitò come massaggiatore di Bocca Junior e della Selezione Nazionale di Calcio nel Mondiale della Germania1974.

In 1987, per iniziativa di una commissione, denominati Amici del Quartiere San "Lorenzo", cominciò a festeggiarsi la festa del Sacro Patrono, San Lorenzo Mártir, il 10 agosto. In quell'opportunità si alzò un monolito, e si diede forma ad una piccola piazzola. Nel Monolito c'è una placca coi nomi dei primi colonizzatori che intesta il fondatore Antonio Francese , ed integrano Leonardo Nicoletti, Lorenzo Vito, Lorenzo Francese, José Restieri, Lorenzo De Vincenzo, Pedro Pesce, Leonardo Záccaro, Juan Restieri, Domingo Bruno, Andrés De Vincenzo, Vicente Záccaro, Agustín Carluccio, Pedro Bruno, Francisco De Paola, Domingo Pesce, Carlos Záccaro, José Charrería, Angel Barone, José Quintieri, José Ferino, Antonio Ferino, Güido Mícoli, Antonio Mastrotta, Antonio Rodríguez, José Costa, Pedro Miranda, Angel Bellusci, Tomás Mattera, Angel Rivero, José Chidíchimo, Baldomero Rodríguez, Nicolás Russo, Francisco Minervino, Francisco Palazzo, José Palazzo, Pedro Filardi, José Vito, Juan Valle, Atilio Valle, Salvador Fiori, Ignacio Rímoli, José Carbone y Victorio Cattáneo,
La maggioranza di essi, provenienti di San Lorenzo Bellizzi, insieme ad altri calabresi, alcuni friulanos ed alcuni spagnoli. Jerónimo Mícoli era l'anima mater di questa squadra che fece la primo tallarinada in una carpa di fronte alla Cappella.

Alla fine della decade del 80 Lei creó la Sala di Primi Auxilios "Francisco Ledo", in proprietà donata per suo figlio, la quale pronti servizi di attenzione prescrive ed infermeria ai vicini.

In 1998, compiendosi i 75 anni dalla Scuola Nº 14, si rieditò la festa del Quartiere il 10 di agosto, continuando dopo, fino all'attualità. Abitualmente in questa opportunità si prodursi l'incontro tra chi seguono nel Quartiere e chi avendosi lontano fisicamente conservano e stimano affettuosamente le sue origini.

Un'altra forma di rendere omaggio fu la nomina delle strade del Quartiere, tra le quali si trovano: "San Lorenzo", "Antonio Francese", "Ceferino Ferreyra Basso" e "Antón Baré."
Il Quartiere è semplice, di limiti diffusi, con strade di terra e ragazzi giocando per strade, e ha un spirito caratteristico che l'identifica e si respira nel suo clima e nella sua gente.

Historia del Barrio San Lorenzo de la ciudad de Alberti

Por Raúl Norberto Palazzo
Profesor de historia, ex miembro del Consejo Provincial de Educación y actual Director de la Escuela de Educación Media nº 2 de Alberti "Pablo Pizzurno"

La ciudad de Alberti tuvo sus orígenes en 1870 cuando se radicó en el lugar Andrés Vaccarezza, inmigrante genovés, llegado a Argentina en 1848. Hábil hombre de negocios instaló un molino harinero y trajo a su propiedad a varias familias que serán los primeros pobladores. Al pasar el ferrocarril, y establecerse la Estación ALBERTI, (en homenaje al vocal de la Primera Junta de Gobierno, Pbro. Manuel Alberti) en junio de 1877, Vaccarezza mandó hacer el plano del pueblo, que fue fechado el 27 de octubre de ese año (esta fecha fue posteriormente tomada como la de fundación de la ciudad). A partir de allí se produjo el loteo, la radicación de nuevas familias. En la primera etapa, la mayoría de los que llegaron fueron italianos del norte y españoles.
La llegada de los calabreses se produjo principalmente en la última década del siglo XIX y en la primera del XX. Dos fueron los principales orígenes: los ítalo-albaneses y los inmigrantes procedentes de San Lorenzo Bellizzi. Estas familias adquirieron propiedades sobre todo en los alrededores del pueblo que se estaba formando, en la zona de quintas circundantes al poblado del plano original.
Es así que en 1901 llegó a Alberti, proveniente de San Lorenzo Bellizzi, Antonio Franceze con su esposa Elisabetta Gallo y su pequeño hijo Lorenzo. Aquí, posteriormente nacieron sus hijos Antonio, Francisco, Vicente, Cayetano, Ángela y Pedro. Se dedicaban a producir fardos de pasto, y llegaron a tener una buena situación económica. Lo que distinguió a Antonio Franceze fue su hospitalidad, su solidaridad para recibir a los paisanos que llegaban a estas tierras. Su casa, donde había una larga mesa, era lugar propicio para recibirlos y reunirlos. De este modo llegaron a su casa, y luego se radicaron en sus alrededores miembros de las familias Nicoletti, Vito, Bruno, Záccaro, Franceze, Gallo, Restieri, De Paola, Barone, Pesce, Rímoli, De Vincenzo, Chiararia, Palazzo, Mastrotta, Miranda, Carluccio, Mattera, Flocco, Russo, Minervini, Filardi, entre otras.
Pareciera que el parentesco con los Bruno y los Vito, que a su vez lo vinculan al origen de muchas familias albertinas, más un liderazgo natural que se evidenció en sus propios logros y en el aprecio de su gente, fueron las características que destacaron su nombre, que para todos los descendientes de aquellas familias y de otras que estaban o se fueron radicando después en el Barrio, es el de su reconocido, recordado y querido fundador.
Falleció el 19 de noviembre de 1926, a los 55 años de edad. Sus restos descansan en el Cementerio local, en una bóveda que testimonia la historia de la familia, construida en el año 1909, que fuera declarada Monumento Histórico Municipal en 2008.

Casamientos


Los sanlorenzanos que llegaron eran en su mayoría jóvenes que formarán aquí sus nuevas familias. Así, en los libros de Matrimonios de la Parroquia “Nuestra Señora del Rosario” de Alberti encontramos el casamiento, celebrado el 19 de mayo de 1901, de José Vito, de 21 años, hijo de Pablo Vito y Juana Nicoletti, con Catalina Bruno, de 22 años, hija de Pedro Bruno y Ana María Gallo, los dos nacidos en San Lorenzo Bellizzi.
Hay cuatro hermanos Bruno (figura también Bruni) que se casan en Alberti con sanlorenzanos: Catalina, María, Antonio y Teresa.
María, de 17 años, se casa con Carlos Záccaro, de 24 años, hijo de Lorenzo Záccaro y Madalena Petella, el 7 de noviembre de 1903.
Antonio, de 22 años se casa el 17 de agosto de 1907, con Concepción Vitale, hija de Severo Vitales y Dominga Fitipaldi. Testigo es Antonio Franceze.
Teresa, de 20 años, se casa el 6 de agosto de 1910 con Lorenzo Vincenzo, de 22 años, hijo de Andrés Vincenzo y Rosa Massara.
Hay otro Vito, hermano del anteriormente nombrado, Juan de 23 años, que se casa con Adela Bassi, de 21, el 25 de noviembre de 1911.
El 6 de agosto de 1905 se celebró el matrimonio de Francisco Quintieri (hijo de Vicente Quintieri y María Antonia Occhiuzzi) con María Chiararía (hija de Pedro Chiararía con Angela Massano).
El 6 de junio de 1914, el de Salvador Barone, de 26 años, italiano, hijo de Juan Barone y María Chidíchimo, con Angela Moralo, de 23 años, hija de Antonio Moralo y Carolina Pucciano. Testigo es Pedro Bruno.
El 13 de septiembre de 1919 se casó Guido Mícoli de 32 años, nacido en Meretto di Tomba, Molise, Italia, hijo de Antonio y de Teresa Chiridini, con Carmen De Pauli de 22 años nacida en San Lorenzo Bellizzi, hija de Francisco y Catalina Bentemiglia
El 1° de diciembre de 1923, se celebró el casamiento de Francisco Pedro Pablo Palazzo, nacido en San Lorenzo Bellizzi el 29 de junio de 1895, con Rosita Chidichimo, nacida en Alberti el 28 de noviembre de 1901. (Abuelos del autor de estas líneas)
También, en los libros de Bautismos, vamos a encontrar a los nuevos argentinos, hijos de inmigrantes sanlorenzanos: Así, el 16 de diciembre de 1901 fue bautizado Antonio Franceze, hijo de Antonio Franceze y de Elisabetta Gallo. Había nacido el 11 de octubre de 1901 y era el segundo hijo del matrimonio.
Ese mismo día, su papá Antonio Franceze y su mamá, “doña Betta” salieron de padrinos del pequeño Pablo Vito, hijo de José Vito y Catalina Bruno.

Integración con otras familias en el Barrio


Como en el Barrio no estaban solos, pronto se ligarán a familias criollas como los Rivero, Monsalvo, Morales, Castañares, Andrada, los ítalo-albaneses Chidíchimo, Braile, Blaiotta, Brunetti, los italianos del norte, en particular de Udine: Quintieri, Mícoli, Ferino, Valle y los españoles como las familias Rodríguez.

La identidad barrial


Las familias, ligadas por lazos de sangre, por lazos de vecindad que perduraron a través del Atlántico, por lazos espirituales surgidos de la común Fe Cristiana y manifestados en la organización de peregrinaciones a Luján, en los padrinazgos, unidos a la sencillez, alegría, solidaridad y afecto de todos sus integrantes, hicieron que el Barrio San Lorenzo tuviera pronto una identidad propia, integrada al resto de la comunidad albertina, pero al mismo tiempo caracterizada por una vida social particular.
Son innumerables las anécdotas, en su mayoría referidas a chistes, cargadas entre familiares y vecinos, que nos transmiten un clima de picardía, de cierta ingenuidad que nos hablan de esa particular vida barrial. Baste como ejemplo una cargada que le hicieron a Angelita Franceze sus amigas del Barrio. Resulta que a Angelita le gustaba cuidarse el pelo, y tenerlo enrulado, pero no lo podía conseguir. Entonces, le mostraron que los terneritos tenían rulos y le hicieron creer que era por un poder de la lengua de la vaca, que al lamerlo le producía esa característica. Si ella quería tener el pelo enrulado, tenía que arrollarse una lengua de vaca a su cabeza, atarla con un pañuelo y esperar el anhelado resultado…. A los pocos días la vieron a Angelita caminar por el Barrio seguida de un enjambre de moscas…¡Se imaginan las risas!. De estas anécdotas, hay miles.

Las familias, la tierra y las actividades económicas


En los planos de Alberti, hasta hace muy poco, después de lo que es la Avenida Circunvalación y hasta las vías del Ferrocarril, era “Sección Quintas”. Recién con la apertura de algunas calles podemos ver medianamente integrado al Barrio al resto del pueblo.
En la época que podríamos denominar “fundacional”, que abarca la última década del siglo XIX y las tres primeras del XX, distinguimos el asentamiento de algunas familias que tenían quintas más o menos extensas: Rodríguez, con su Almacén de Ramos Generales “La Buena Medida”, Chidíchimo, que se dedicaba también a la venta de pasturas, que tenía las cuatro manzanas frente a Uriburu entre Avenida Rivara y San Lorenzo, Franceze que tenía un “campito”, Leonardo Nicoletti, que tenía una quinta frente a las vías, Güido Mícoli, la casa más alejada del Barrio, unida a éste por un callejón al que le canta el poeta Leonardo Roque Valle su poema, Ferino, Marotte, el último tramo hasta el Cementerio.

Desde la década del 30 en adelante se perfilan algunas actividades que tuvieron su esplendor hasta el 70. Los hornos de ladrillos de los hermanos Ferino, de Marotte, de Gil, la herrería de Francisco Palazzo, la quinta donde cultivaba sus flores Pagano. Un capítulo aparte para los almacenes, lugares de encuentro, centros de reunión: Lo de “Pi” (sobrenombre de Pedro Franceze). Ese lugar, frente a la Escuela y al Club, merece un capítulo aparte: allí se siguió reuniendo el Barrio después de la Casa de Antonio Franceze.
También los almacenes de Pesce, de Pascual Minervini, de Angelito Barone. La Panadería de Prado, la carnicería de Saumell. Estos últimos ya fuera del Barrio, pero de paso hacia él, con la clientela fija que pasaba desde el centro. Muchos de los vecinos de San Lorenzo trabajaron en la fábrica de Ferreyra Basso, metalúrgica que se tuvo vigencia entre las décadas del ’50 y el ’80.
Otras fuentes de ingresos para las familias eran la venta de marlos para las cocinas o fogones, la venta de pan casero o de productos hortícolas.

Las instituciones del Barrio


En 1923 consiguieron la fundación de la Escuela, que recibió el número 14 y el nombre de “Bartolomé Mitre” y funcionó en parte de la casa de Antonio Franceze que fuera alquilada con ese fin. Fue su primer directora Felisa Breta. Por ella pasaron directores de la talla de José Rúgolo, Juan Francisco Recalde, la inigualable Haydeé Maldonado de Romano.
En 1957 se inauguró la Capilla de Fátima, comenzada como un oratorio por el Padre Ricardo Wolter, y concluída años después (83-84) por el Padre Dante Iorio.
En 1965 se fundó el Jardín de Infantes gracias a la iniciativa de esa ferviente luchadora que fue Haydeé Maldonado de Romano. Fue el primer jardín de infantes de Alberti, luego cuando se realizó el “traslado” hacia el centro, para formar el jardín N° 901, se volvió a crear, esta vez con el número 4. Recordamos todos el primitivo Jardín prefabricado, que se incendiara años después, que fue reemplazado por el actual edificio.
El Club San Lorenzo, institución social y deportiva que distingue al Barrio, comenzó a funcionar en la década de 1970. El origen tiene que ver con el grupo de jóvenes que jugaba al fútbol, dirigido por los hermanos Pedro, Guillermo y Felipe Rivero, y que tuvieron que dejar el lugar de la Feria donde practicaban su deporte preferido. El 18 de abril de 1971 en la vereda de lo que había sido la casa de Francese, entonces propiedad de Ríos, en una charla de amigos surgió la idea de fundar el Club. Pronto se iniciaron las tratativas con el señor Marcos Castañares, para comprar el terreno de su propiedad para construir la sede de la nueva institución.
Se hizo una colecta para juntar los cien mil pesos moneda nacional, o mil Ley 18.188, y el 9 de Julio de 1971 se colocó la piedra fundamental, que fue bendecida por el Cura Párroco, Presbítero Dante Iorio, siendo padrinos de la nueva institución la directora de la Escuela Nº 14, Señora Haydeé Maldonado de Romano y el Señor Pedro Rivero.
La primer comisión directiva fue integrada de la siguiente forma:
Presidente: Olvido Delio Marotte, Vicepresidente: Roberto J. Ferino, Secretario: Angel Rivero, prosecretario: Antonio Barone, Tesorero: Tomás A. Chidíchimo, protesorero: Horacio Ferino, Vocates titulares: Luis Monsalvo, Juan Almirón, Héctor Díaz, Omar Castañares, Norberto Monsalvo, Antonio Marchisio, Vocales Suplentes: Juan Castañares, Juan C. Marchisio, José Fúrfaro, Héctor Castro, Juan C. Flores, Pedro Rodríguez, Revisores de Cuentas Titulares: Oscar C. Marotte, Ovidio Rodríguez, Roberto Barone, Suplentes: Roberto Sceuza, Juan Morales y Héctor Barraza.
En septiembre de ese año se quemó una hornalla de ladrillos destinada a la construcción de la Sede Social, que fue levantada con el trabajo de socios, vecinos y simpatizantes del Club.
Especial reconocimiento merece “Antón” Baré, nombre artístico del vecino del Barrio Antonio Barone, quien durante largos años animó los bailes con la alegría de su canto interpretando cumbias, con la música del conjunto “Los Becuadros”.
Otro vecino del Barrio destacado fue Alfredo Quintieri, quien se desempeñó como masajista de Boca Juniors y de la Selección Nacional de Fútbol en el Mundial de Alemania 1974.

En 1987, por iniciativa de una comisión, denominada “Amigos del Barrio San Lorenzo”, comenzó a festejarse la fiesta del Santo Patrono, San Lorenzo Mártir, el 10 de agosto. En esa oportunidad se levantó un monolito, y se dio forma a una pequeña plazoleta. En el Monolito hay una placa con los nombres de los primeros pobladores, que encabeza el fundador Antonio Francese , e integran Leonardo Nicoletti, Lorenzo Vito, Lorenzo Francese, José Restieri, Lorenzo De Vincenzo, Pedro Pesce, Leonardo Záccaro, Juan Restieri, Domingo Bruno, Andrés De Vincenzo, Vicente Záccaro, Agustín Carluccio, Pedro Bruno, Francisco De Paola, Domingo Pesce, Carlos Záccaro, José Charrería, Angel Barone, José Quintieri, José Ferino, Antonio Ferino, Güido Mícoli, Antonio Mastrotta, Antonio Rodríguez, José Costa, Pedro Miranda, Angel Bellusci, Tomás Mattera, Angel Rivero, José Chidíchimo, Baldomero Rodríguez, Nicolás Russo, Francisco Minervino, Francisco Palazzo, José Palazzo, Pedro Filardi, José Vito, Juan Valle, Atilio Valle, Salvador Fiori, Ignacio Rímoli, José Carbone y Victorio Cattáneo. La mayoría de ellos, provenientes de San Lorenzo Bellizzi, junto con otros calabreses, algunos friulanos y algunos españoles. Jerónimo Mícoli era el alma mater de este equipo que hizo la primer tallarinada en una carpa frente a la Capilla.
A fines de la década del 80 se creó la Sala de Primeros Auxilios “Francisco Ledo”, en propiedad donada por su hijo, la cual presta servicios de atención medica y enfermería a los vecinos.
En 1998, al cumplirse los 75 años de la Escuela Nº 14, se reeditó la fiesta del Barrio el 10 de agosto, continuando después, hasta la actualidad. Habitualmente en esta oportunidad se produce el encuentro entre quienes siguen en el Barrio y quienes habiéndose alejado físicamente conservan y valoran con cariño sus orígenes.
Otra forma de rendir homenaje fue la nominación de las calles del Barrio, entre las que se encuentran: “San Lorenzo”, “Antonio Francese”, “Ceferino Ferreyra Basso” y “Antón Baré” .
El Barrio es sencillo, de límites difusos, con calles de tierra y chicos jugando en las calles, y tiene un espíritu característico que lo identifica y se respira en su clima y en su gente.